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Mario Arnaldi

Artista, Decoratore, Restauratore, Gnomonista

Arnaldi Mario nasce a Taggia, una piccola cittadina medievale in provincia di Imperia, il 12 marzo 1956. Nel 1974 si diploma al Liceo Artistico Arturo Martini di Savona. Nel 1980 consegue il diploma-laurea in Pittura, Incisione e Restauro all’Accademia di Belle Arti di Ravenna.

 

 

In gioventù partecipa a numerose Mostre d’Arte, soprattutto in Liguria classificandosi frequentemente nei primi posti (Mostra Naz. Città di Cairo M. Notte 1971 – 2° premio dilettanti; Mostra Naz. Città di Cairo M. Notte 1973 – 1° premio assoluto; Mostra Naz. Natale ad Alassio 1973 – 4° premio; Mostra Internaz. Città di Cervo 1974 – 4° premio). 

 

A quel tempo scriveva di lui il critico Emilio Gaggino: 

«Arnaldi tende incessantemente ad inoltrarsi verso la fonte molecolare di ogni forma di vita, per scoprire la genesi e gli sviluppi onde rigenerare - col suo personalissimo sentimento evocativo - la struttura delle cose nella climatica spirituale del momento di grazia in cui opera.», ma nonostante i successi giovanili la sua ultima partecipazione ad una Mostra Internazionale risale al 1975 (Mostra Internazionale Aosta 2000) e la sua ultima mostra personale al 1977.

In quegli anni trovandosi lontano dalla famiglia, per vivere inizia l'attività di decoratore artistico che porta avanti ancora oggi, alternandola ad operazioni di restauro e, occasionalmente, anche di pittura. Non interrompe, però, gli studi sulle tecniche pittoriche degli antichi, anche se per fini pratici utilizza quasi sempre metodologie contemporanee.

 

La sua routine professionale subisce una forte svolta negli anni fra il 1988 e il ‘96, causata dall’ingresso inaspettato e prorompente di Tonino Guerra nella sua vita, coinvolgendolo nella realizzazione di numerosi progetti artistici. Travolto da questo vortice è coinvolto nella realizzazione di progetti artistici come "Il rifugio delle Madonne abbandonate", "Il giardino delle sette stufe", dove riceve i complimenti di un allora giovane Vittorio Sgarbi, poi "Pennabilli delle meridiane", "Il giardino dei frutti dimenticati" ecc.

Nel 1989 collabora anche alla realizzazione delle scenografie del film Burro di José Maria Sanchez. Gli viene riproposta una seconda collaborazione alle scenografie per il film Viaggio d’amore, di Ottavio Fabbri, ma ritenendo la scenografia cinematografica poco adatta al suo modo di lavorare rifiuta e decide di tornare a fare il decoratore.

 

Dopo più di 30 anni di pausa nell'arte della pittura da cavalletto, ha ripreso a dipingere quadri solo nel 2010 inaugurando la sua prima mostra nella città in cui vive ormai da decenni, Ravenna, ottenendo un risultato inatteso di pubblico e di critica. Alberto Cottignoli, pittore surrealista di fama internazionale, direttore della Sezione Analisi Estetiche di ArtWatch International e oggi anche storico dell'arte, ha curato la presentazione del catalogo di quella mostra. Qui sotto un estratto delle sue parole:

 

«Sono oramai passati vent’anni da quando vidi per la prima volta Mario. Lavorava, allora, alla corte di Tonino Guerra, ultimo feudatario di sinistra della valle del Marecchia, che lo aveva sommerso di incarichi artistici, […] E così Mario, solo oggi si è deciso a “dipingere sul serio”. Ed è un peccato che abbia perso tutto questo tempo. Quando mi recai a vedere le sue prime opere non ero molto fiducioso, tante sono oramai le persone che si cimentano con la pittura, ma mi consolava la conoscenza del mestiere che Mario aveva acquisito negli anni e pensavo che, almeno tecnicamente, non sarei rimasto deluso. Mi sbagliavo invece, e alla grande. Ho visto opere non solo belle ma, cosa ben più difficile, importanti. […] Io stesso non mi sarei mai aspettato di dirgli “Facciamo delle mostre assieme!” […] ed enormemente dispiace che tutto ciò non sia avvenuto vent’anni prima.»

Nel 2011 Cottignoli ha fatto una mostra con Arnaldi.

 

Nel frattempo la passione per gli orologi solari (le cosiddette meridiane) lo coinvolge sempre di più; studia la tecnica e la storia di questi fantastici e misteriosi strumenti scientifici appassionandosi alla gnomonica antica e medievale, fino a diventarne uno dei maggiori esperti. 

Dal 2002 al 2011 è stato membro della redazione di Gnomonica Italiana, e dal 2005 fino al 2011 ne è stato il Direttore editoriale.

È autore di numerosi articoli e di alcuni libri dedicati in particolar modo alla gnomonica medievale e vanta collaborazioni con i maggiori studiosi europei di questa materia. È autore e curatore della collana Tempus & Regula, dove sviluppa il censimento e lo sudio degli orologi solari medievali italiani. Nel 2018 è contattato da Anthony Turner, uno dei più noti divulgatori di storia della scienza, per partecipare alla stesura di A General History of Horology, pubblicata nel 2022 dalla Oxford Univerity Press.

"La storia degli orologi solari nell'ultimo mezzo secolo è stata trasformata. Un gran numero di nuovi ed interessanti quadranti di tutti i periodi sono stati scoperti e descritti. Inventari sistematici di quadranti che sopravvivono in situ in tutta Europa o, quadranti prevalentemente portatili, raggruppati in musei e collezioni private, sono stati pubblicati, e diverse indagini generali sono state scritte. Particolarmente sorprendente in tutto questo sono i progressi che sono stati fatti nella conoscenza delle meridiane dell'antichità e del medioevo.

Mario Arnaldi è uno dei principali studiosi di questo crescente corpus di materiali. [...] Grazie al lavoro di Arnaldi due tradizioni gnomoniche, entrambi apparentemente indipendenti di influenza greco-araba, si possono ora discernere dalle antiche conoscenze romane."

 

Antony J. Turner, Book Review, June 2013

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