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Copertina

TEMPUS ET REGULA

Orologi solari medievali italiani

 

vol. 2 - La Sardegna

di Mario Arnaldi e Angelo Sanna

 

Opus Dei Project, Un archivio per lo studio e la tutela del patrimonio gnomonico medievale in Italia

 

 

Youcanprint, giugno 2015 

17x24 cm, 256 pp. Colori, costo € 30,00

ISBN 9788891192349

(marnaldi@libero.it

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INDICE          PRIMA PARTE        SECONDA PARTE        TERZA PARTE       QUARTA PARTE          QUINTA PARTE

 

 

 

Questo volume di Tempus et Regula è il secondo di un’opera più complessa dedicata al censimento e allo studio degli orologi solari medievali italiani. In questo libro sono elencati e studiati più di cinquantacinque orologi solari medievali trovati in Sardegna. Ad ogni orologio solare è dedicata una scheda tecnica e storica, mentre a quelli più interessanti è riservato uno studio monografico. Per inquadrare lo sviluppo e le caratteristiche di questi strumenti sono stati presi in esame diversi argomenti ad essi collegati, come la civiltà, la religione e i tempi della preghiera. Questo volume, come tutti quelli della serie “Tempus et Regula”, vuole essere uno strumento utile allo studio nonché alla tutela del patrimonio gnomonico medievale italiano, cui gli enti giuridicamente preposti potranno attingere al fine di proteggere da cattivi e infausti restauri i pochi resti di cultura "scientifica" medievale che le pietre erose dal tempo sono in grado di testimoniare. Un linguaggio semplice, sebbene rigoroso, rende il testo accessibile a tutti gli appassionati di orologi solari e ai lettori curiosi delle scienze antiche.

Novità e nuove scoperte gnomoniche offrono allo studioso nuovi spunti di investigazione che d'ora in poi non potranno essere tralasciati.

Il secondo volume di Tempus et Regula si compone essenzialmente di cinque parti:

 

  • La prima è dedicata alla storia del monachesimo in Sardegna

  • La seconda parte contiene il censimento della regione suddiviso per provincie, ad ogni orologio solare, o gruppo di orologi, è dedicata una scheda di più pagine

  • La terza parte è dedicata alle Addenda, cioè capitoli aggiuntivi a corollario della ricerca storica e iconografica sugli orologi solari medievali sardi

  • La quarta parte agli Approfondimenti. In altre parole qui vengono sviluppate tematiche e studi relativi a orologi solari di particolare interesse già discussi brevemente nelle schede del censimento.

  • La quinta parte è lasciata alle appendici e bibliografia finale.

 

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Estratto dalla presentazione al secondo volume

 

di Fernanda Poli, storica dell'Arte in Sardegna, già direttore nel ruolo degli storici dell’arte del Ministero Beni Culturali

 

"Confesso che il lavoro di Mario Arnaldi, insieme all’amico e collega Angelo Sanna purtroppo scomparso, su un tema come gli ‘Orologi solari medievali’, trascurato soprattutto dagli studiosi italiani rispetto a quanto succedeva nel Nordeuropa, è stata per me realtà piacevolissima ancorché abbia messo a nudo una mia deprecabile mancanza di attenzione a questi preziosi segni della cultura medievale. A coprire questo vuoto culturale ci consola avere avuto la possibilità di leggere i risultati di una ricerca certosina quale quella dell’Arnaldi, che per illustrare il suo lavoro ha dovuto lottare tra l’altro contro la grande difficoltà delle riprese fotografiche.

L’indifferenza con cui la maggior parte di architetti e storici dell’arte ha guardato senza vedere ciò che i documenti di pietra ci mostravano ha una ragione che non ci giustifica ma ci condanna: l’argomento veniva sfiorato con superficialità perché ritenuto secondario. In realtà perché troppo ostico da approfondire. Ed in effetti lo è, tanto più dopo avere letto i risultati di questo studio. L’ignoranza del tema alcune volte ci ha indotto in errore, forti della nostra fiducia in quegli esami tecnico-stilistici che siamo abituati a coltivare da sempre.

Ora tutti ci proponiamo di non trascurare più nei nostri studi su edifici medievali gli orologi solari, di cui l’Isola è molto ricca, ma credo trattarsi di un’utopia, perché è materia per specialisti. Di qui la verità di una mia sempre più valida convinzione e cioè l’interdisciplinarità che unisce e fonde i diversi saperi, ripensando anche all’affermazione di illustri studiosi che nel Medioevo nulla è superfluo, ogni segno ha una sua ragione d’essere.

 

Brevi osservazioni le mie, perché non sono in grado con grande rammarico di addentrarmi nella scienza gnomonica per la conoscenza solo di nozioni elementari matematiche fisiche astronomiche. Ai nuovi studiosi l’onere e il piacere di scoprire fino in fondo questa ricchezza.

A me è sufficiente rendere avvertiti coloro che vi si cimenteranno che i numerosi restauri subiti dai nostri edifici medievali possono averne mutato l’aspetto, procedendo senza tenere nella dovuta considerazione questi segni/messaggi provenienti dalla civiltà medievale e quindi degni di maggiore rispetto e attenzione, specie in caso di interventi di restauro per anastilosi. Senza nemmeno sottovalutare che erano intonacati dentro (in genere affreschi) e fuori, per cui molti orologi graffiti sull’intonato possono essere stati distrutti con lo scrostamento delle superfici. Relativamente recente è la moda della pietra a vista: un uomo del Medioevo, che non considerava terminata una chiesa se non era stata affrescata, si rivolterebbe nella tomba se conoscesse tutte le nostre ‘amenità’ culturali che vanno distruggendo il loro sentimento del colore rendendo spesso malinconiche le loro chiese.

L’Arnaldi, che ha già pubblicato un primo organico volume (T&R vol.1) per cercare di insegnarci a destreggiarsi in questa scienza, sta continuando il suo pellegrinaggio attraverso tutta la penisola per costruire scientificamente un inventario completo del nostro patrimonio gnomonico. Uno sforzo immane che gli auguriamo di portare a termine nel minor tempo possibile. Un lavoro da cui tutti trarremo giovamento e sapere, imparando a rispettare il monumento nella sua integrità.

Infine un ringraziamento sincero per avere scelto tra i primi suoi lavori la nostra trascurata Sardegna."

 

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